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Restiamo amici...

  • tdjdacosta
  • Mar 11, 2022
  • 4 min read

«La scienza non è democratica” perché “la velocità della luce non si decide per alzata di mano».


L’affermazione «Science is not Democratic» venne utilizzata per la prima volta a fine giugno del 2014 al League of Conservation Voters’ Capital Dinner da parte di Barack Obama e non da parte di Burioni... L'allora presidente degli USA fece questa affermazione in occasione di una infinita discussione circa la frase di un politico repubblicano che mise in discussione la validità della scienza. In questa occasione Obama volle spiegare che se non si usano i risultati conseguiti dalla scienza è in pericolo la democrazia. Diversa, anche se simile, la posizione di Burioni che, invece, afferma: solo coloro che hanno studiato in maniera approfondita la scienza devono avere il diritto alla parola per evitare che possano affermarsi pericolose correnti di pensiero Novax in epoca pandemica.

Barack Obama

L’articolo del giornalista Pietro Greco (https://www.scienzainrete.it/.../pietro-greco/2017-11-24) pone in relazione scienza con democrazia interpretando questa frase in un altro modo ancora, modificando di fatto l’interpretazione di Burioni. Greco pone necessaria la libertà di sperimentazione scientifica da parte degli scienziati, come condizione necessaria per il progresso dettato dalla scienza, mentre Burioni si riferisce alla scienza in sé come materia che non ammette discussioni. Di conseguenza, nasce un dibattito laddove entrambi gli autori, in realtà affermano la stessa identica cosa: la scienza è materia precisa che non lascia spazio a interpretazioni libere senza fondamenta (voci Novax secondo entrambi gli autori), mentre la sperimentazione scientifica per poter essere di successo deve essere eseguita da chi è abilitato (Burioni) e libero (Greco). Tutto il resto dell’articolo di Greco vuole dimostrare che la scienza è democratica confondendo, a mio modesto avviso, scienza con scienziato, in quanto la scienza, come disse il da Burioni citato Piero Angela: «la velocità della luce non si decide per alzata di mano». Quindi, la scienza non è democratica (Burioni). Dall'altro canto è sottinteso che lo scienziato necessiti di democrazia per poter conseguire risultati di successo per la popolazione (Greco).

All'interno di queste considerazioni si può evidenziare uno dei tre pilastri della Teoria della Dipendenza elaborata da DeFleur e Rokeach: orientare l’azione. Burioni cerca di influenzare gli individui attraverso i media ad acquistare il suo libro sfruttando un ambiente sociale minaccioso per via del Covid19. Questo orientamento è sicuramente poco etico e poco incline al giuramento di Ippocrate a cui dovrebbe sempre fare fede un medico, specialmente quando si espone al grande pubblico. Greco, dal canto suo, associando indirettamente (ed in modo, credo, fuorviante) la frase di Burioni a regimi totalitari e imposizioni hitleriani, orienta le attività di svago degli individui ad una visione differente, che in realtà risulta essere la stessa, screditando di fatto però l’opera del virologo.

La forte richiesta da parte del popolo è che la scienza, soprattutto in ambito medico in epoca pandemica quando si parla di vaccino e novax, sia rigorosamente non democratica in quanto deve dare certezze. Nessuno vuole un sistema sanitario dove il professionista decide la cura in base ad ideologie empiriche di vario genere, ma in base a ricerche che sono state in grado di fornire dati soddisfacenti con i criteri della riproducibilità e dell’evidenza tipici della scienza. E’ impensabile che un vaccino venga creato in base a dati empirici e non scientifici.

Albert Einstein

La realtà dei fatti è che con l'introduzione della relatività di Einstein e della teoria quantistica la visione positivista della scienza subisce una modificazione: i dati assolutamente certi vengono modificati in dati probabilistici: x causa y, diventa x probabilmente causa y. Anche oggigiorno, seppur i dati siano incoraggianti per quanto riguarda i vaccini, siamo ancora molto lontani da una certezza circa la sconfitta del covid. Aumentano in maniera esponenziale i contagi, si riempiono i reparti, siamo di nuovo ad un livello preoccupante nei reparti di terapia intensiva ed anche i decessi crescono.

Se fossimo in grado di dire che il vaccino non crei danni a lungo termine (ci vorrà tempo per poterlo dire con certezza) e che aiuti a sconfiggere il covid al 100% la situazione odierna sarebbe diversa. Io sono felice di essermi vaccinato perché io sono più tranquillo e perché mi sento di proteggere anche la comunità in cui vivo

MA

non so ancora se ho fatto la cosa giusta e lo sapremo solo un domani. La scienza non è democratica e la democrazia ha bisogno più che mai che la scienza sia in grado di fornire i dati più certi possibili.

I media e le istituzioni però, sempre a mio modesto avviso, dovrebbero prestare molto attenzione ad un fatto. Il valore più grande della nostra società è la LIBERTÀ. Oggi si assiste sempre più ad un etichettamento che si sta trasformando gradualmente in una separazione tra il gruppo sociale maggioritario (quello che ha più accesso al potere: i vaccinati) e quello minoritario (i novax). Questa separazione sta diventando tra "giusti" e "sbagliati" ed è pericolosa. Siamo usciti tutti più fragili dall'epoca covid, dai lockdown, dalle quarantene e dagli obblighi e divieti. Siamo ad un passo da una vera e propria stigmatizzazione con forte rischio di discriminazione. Se oggi obblighiamo i novax a suon di divieti a vaccinarsi, domani rischiamo che per qualsiasi altro motivo dovremo rinunciare tutti noi alla libertà che contraddistingue la nostra democrazia.

Restiamo uniti, restiamo amici, teniamo aperto il dialogo e combattiamo tutti insieme (e liberi) contro il covid!

 
 
 

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